Oggi sono felice! Grazie a Rosario, il nostro
speleologo enoalimentare, ho assaggiato con lui e con Gianpaolo Laiolo un
Barolo 1969 di Massolino.
Tappo frantumato durante l’estrazione!
Non ho avuto tempo di preoccuparmi che il vino
era nei calici.
Colore intensissimo, vivace, per nulla mattonato,
cangiante.
Gianpaolo ed io siamo rimasti colpiti dalla acidità
viva che traspariva anche al naso con profumi di ribes (insomma un frutto
acidulo, fate voi!) e poi veniva fuori una componente terrosa e il tabacco, il
caffè macinato, l’arancia sanguinella, il tamarindo.
Non cadeva mai nei profumi brodosi di umami e
l’acidità teneva tutto in galleggiamento vivace.
Profumi in mutazione, delicati.
Poi siamo arrivati al momento del bicchiere col
fondo e ho pensato a Niccolò.
In effetti a bicchiere fermo c’era più percezione
di tostato, caffè, cioccolato amaro, terra arsa, tabacco.
In bocca si percepiva una granella materica molto
intrigante che aumentava le percezioni tostate e i profumi sembravano persino
più intensi.
Arieggiandosi un po’ è comunque ritornata la
componente agrumata e acidulata.
Il tannino era risolto e morbido, era più
l’acidità a giocarsela con grande eleganza e ciò mi è sembrato strano per un
nebbiolo.
L’annata è rubricata nel sito dei Massolino come
“Normale”, chissà come sono quelle “Grandi”?
Comunque un pensiero mi è venuto a riguardo dell’invecchiamento
dei vini: sicuramente questo Barolo ha avuto momenti evolutivi molto
antecedenti in cui era migliore di come lo abbiamo bevuto noi oggi, per cui mi
chiedo che senso abbia farsi obnubliare dalla ricerca dell’”antico”, la vedo come
una sfida, tutta umana, contro il tempo, una ricerca di “immortalità” ottenuta
con elementi mortali, un gioco culturale più che una necessità organolettica,
in cui tra l’altro si creano le barriere tra i savant e i non savant,tra i “professionisti”
e gli “amatori” che tanto fanno male alla comunicazione enologica.
Vino ottenuto dal blend del nebbiolo di Vigna Rotonda
(credo sia la rinomata Vigna Rionda di adesso) e della Vigna Parafada come si
faceva a Barolo sino agli anni settanta, il concetto di cru nasce in tempi più
recenti, anche su stimolo di Veronelli, che sia meglio chi lo sa?
Una delle cose che mi ha colpito è il grado
alcolico 12,5%vol, credo che gli enologi contemporanei lo ritengano un po’
basso per un vino da grande invecchiamento a parte questo, mi ha anche colpito
che vini contemporanei di Massolino provenienti dagli stessi vigneti abbiano
anche un paio di gradi alcolici in più.
Kempè
Luigi
Rispetto.
RispondiEliminaaz
La ricerca dell'antico dev'essere finslizzato ad una piacevolezza immediata perfetta, se si va oltre i 20/25 anni penso si cerca il sensazionalismo o la statstica o la didattica.
RispondiEliminakempè
claudio tenuta
Lo sapevo, il tutto era per dire che i nati nel 1969 sono già in fase calante :-)
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