La
barbera, sia il semplice suono della parola sia la sua fisicità bluastra e
dolce di grappolo è, per me, come la madeleine proustiana.
Ricordo
esperienze così radicate che fatico a non commuovermi.
La
vedevo in agosto maturare nel vigneto dietro casa, gonfiare, scurire, sempre
più blu, sempre più lucida, serica,
pesante ma tornavo a Torino senza mangiarla, troppo aspra.
Poi
ricominciava la scuola e, lontano, dimenticavo lo sforzo della natura per
compiere il suo ciclo vitale.
Poi
dopo lunghe telefonate di mio padre con il fattore, con gli amici vignaioli, si
decideva il giorno e si partiva per la vendemmia, una truppa di ventura mal
assortita e riottosa si tuffava scomposta tra i filari disperdendo energie.
Mio
padre o il fattore ci radunavano come i cani con le pecore, ci spiegavano
brevemente come fare.
E
poi era fatica, fango che toglieva le scarpe e bloccava le gambe, sciroppo
colloso blu sulle mani gonfie e tagliuzzate (non erano ancora tempi di guanti
in lattice e il colore sarebbe andato via almeno una settimana dopo), risate,
caldo, profumi di mosto, erba e terra.
Poi
si mangiava in vigna, sotto un portico, e il pane, rigorosamente di pasta dura
(non so chi andasse a comprarlo ma compariva sempre tiepido sul tavolo) e il
salame crudo della “Sandrina” e quello cotto e l’antipasto piemontese e i
formaggi avevano sapori che oggi stento a ritrovare o che ormai ho perso.
Vendemmiando
mangiavo quei chicchi, piccoli dolcissimi, coloratissimi per ingordigia e per quella compulsione che
prende noi di città di fronte allo spettacolo del cibo che è lì in natura a
darsi, abbondante, vivo, gratuito, integro e non smembrato e mummificato sui
tavoli di dissezione dei supermercati.
Queste
operazioni duravano un paio di giorni al massimo (già così facevamo tanto di quel
vino che sarebbe bastato per tre quattro anni di consumi domestici e regalie
varie).
Spesso
il marito della “Sandrina” traghettava le uve in cantina con il cavallo ed era una
ulteriore esperienza per me.
I
cavalli che ha avuto nel tempo erano enormi, bellissimi, gonfiavano muscoli
possenti e trascinavano il carro bigoncia in legno azzurro su e giù per le
strade di servizio ai vigneti senza sforzo apparente (esperienza preindustriale
che già allora era demodè e una certa soddisfazione ci coglieva quando
attraversavamo tronfi il paese).
Poi
il profumo dei legni umidi e della cantina. Ricordo vagamente la pigiatura a
piedi perché con l’assottigliarsi dei volontari è stata introdotta la
pigiatrice meccanica che spruzzava mosto a metri di distanza e il pavimento
diventava un patinoire, glassato e profumatissimo.
I
cani fuori abbaiavano senza sosta ai trattori che facevano la spola ai vigneti.
Tutte
le persone e tutti i vigneti in cui abbiamo vendemmiato non ci sono più e
rimane di quelle esperienze, di quelle voci, labile traccia come bava di lumaca
nella mia farraginosa memoria.
Loro,
allora.
Stefano
Bellotti, Gianluigi Bera, Nicoletta Bocca, Francesco Brezza, Giuseppe Ratti, Enrico
Togni, Ezio Trinchero, oggi, sono eroi involontari di un vitigno che è un
territorio del cuore.
Per
questo io amo la Barbera.
Perchè
la Barbera è dolce come i ricordi, acida come i rimpianti e le perdite, scura
come l’oblio.
Luigi
In degustazione domani ci saranno:
Barbera d’Asti Superiore Doc Vigna del Noce 2006, Azienda
agricola Ezio Trinchero, Agliano (AT)
Langhe Barbera Austri Doc 2006, Azienda agricola
San Fereolo, Dogliani (CN)
Etoile du Raisin, Vino Rosso (2007), Cascina degli
Ulivi, Novi Ligure (AL)
Barbera d’Asti Vino Rosso, Ronco Malo 2010, cuvèe senza
solfiti, Az.Agr. Bera Vittorio e Figli, Canelli (AT), loc Serramasio
“vino rosso” per autoconsumo 2010, Giuseppe Ratti,
Variglie (AT)
Barbera del Monferrato Casalese Doc 2011, Tenuta
Migliavacca, San Giorgio Monferrato (AL)
Barbera Vidur (2011), campione da botte Azienda agricola Togni Rebaioli, Darfo Boario (BS)
Respiro di Vigna (2006/2007),campione da botte, Azienda
agricola Carussin, San Marzano Oliveto (AT)
Complimenti per la batteria! Veramente piu' che un a batteria sembra una finale (olimpica)...
RispondiEliminaMa Etoile du Raisin e' gia' uscita?
Penso di sì, da pochissimo, ma domeni chiedo conferma a Bellotti (ho visto in cantina anche bottiglie piccole)
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