Parigi, Marais, 3° arrondissement.
Echi nelle orecchie della canzone dei Negresses Verte “l’homme des Marais” anche se il testo non c’entra nulla con il quartiere ma tant’è che giustificato dalla mia ignoranza continuo a canticchiarla.
Quartiere di immigrazione ora in mano ai Cinesi che l’hanno trasformato in una dependance di Shangai.
Cuisine Familiale e prodotti alimentari cinesi a gò gò.
Verdure mai viste, pack choi, noodle, riso profumato, zuppe, tofu, ravioli, panini, anatre, piedi di gallina, musetti di maiale.
Un paradiso per mè che al secondo pranzo a base di Parmentier de Boeuf e maigret de canard ero in lista dal gastoenterologo.
Forse oggi le città non sono ciò che erano ma ciò che saranno.
Forse oggi le città non sono ciò che erano ma ciò che saranno.
Una sempre minor inerzia le preserva dal cambiamento e allo stesso tempo le rende vere.
E’ più Parigi la Rue du Maire con i suoi risto cinesi e negozi all’ingrosso di maroquinerie e bijoux che la triste esplanade dei Champs Elysèe saccheggiata da negozi dozzinali, da turisti dall’occhio bulimico e annoiato e da baristi rapaci e criminosi.
Vive la France.
Viva l’immigrato che inietta vita nei corpi morenti delle capitali europee e rivitalizza e prosegue i tradizionali commerci della città.
Mangiando verdurine al vapore, marinate, spaghetti sautée e ravioli fritti abbiamo bevuto:
Pierrette et Marc Guillemot-Michel Macon-Villages AOC 2008, 13%vol, Borgogna.
Vino prodotto con uve certificate biodinamiche.
Vino prodotto in una Borgogna figlia di un bacco minore anche se pedoclimaticamente identica a quella nobile.
Un altro esegeta duro e puro della biodinamica che in più abbandona le tradizionali tecniche di cantina.
Colore giallo paglierino carico e vivace.
Mineralità imponente e dirompente e sapidità e acidità che se la giocano con echi di frutta matura e leggera vaniglia e il sempre presente sentore di truffe blanche.
In bocca esprime una forza sgrassante e due parallele sensazioni di moderata grassezza e secchezza sapido-acida, un ossimoro liquido.
Ottimo.
Lunghissimo.
Servitelo a t° non troppo bassa.
Freschissimo, tagliente, pura espressione dello chardonnay nel suo terroir perfetto senza artifici di vinificazione.
Vino terroir e vino vignoble.
Strano per la Borgogna inscidibilmente legata alle piéce e ai bianchi con derive morbide.
Costo intorno ai 20,00 alla Derniére Goutte a St Germain des Pres, bella enoteca di quartiere dalla quale uscirete contenti e mai rapinati.
Non cercate potenza nei vini di Borgogna ma finezza, esile verticalità, penetrazione inarrestabile ma gentile: vini in levare come dice un mio caro amico.
Ah dimenticavo, i francesi hanno il culto del terroir ma anche del vigneron che dal terroir è inscindibile.
Bonne degustation
Luigi
Certo che il vigneron è importante!
RispondiEliminaMe la segno quella, forse la trovo quando vado a travare i miei ad Aprile.