tag:blogger.com,1999:blog-451484146887260373.post4461751261332705255..comments2024-01-02T16:22:57.158+01:00Comments on gli amici del bar: Ideale (e) naturaleluigi fracchiahttp://www.blogger.com/profile/05438482997670588895noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-451484146887260373.post-34279913449972021712016-03-24T14:58:29.655+01:002016-03-24T14:58:29.655+01:00Parli del "naturalista" come di uno che ...Parli del "naturalista" come di uno che faccia sostanzialmente prove, tentativi. Non capisco: gli enologi non ne fanno?Alessandro Marrahttp://www.stralcidivite.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-451484146887260373.post-38787896329065027962016-03-24T14:45:53.054+01:002016-03-24T14:45:53.054+01:00I due atteggiamenti di cui parlo sono appositament...I due atteggiamenti di cui parlo sono appositamente estremizzati. Non voglio assolutamente dire che non ci siano infinite sfumature di grigio fra loro. Tuttavia, per quel che è la mia esperienza e le mie letture, molti libri di enologia sono degli elenchi di pratiche da utilizzare per mettersi al riparo da alterazioni e per creare un prodotto che è standard da molti punti di vista (nel post non affermo che questa scelta cancelli uva, clima e territorio). Qualche esempio: leggo "Il vino di qualità deve essere stabile e limpidissimo" "Un vino stabile non solo è limpido ma evolve meglio nel tempo" (tablino.it), quindi spiega cosa fare per chiarificare e stabilizzare. Qui vediamo la strategia del primo tipo all'opera: il vino ideale è così e cosà, quindi tu fai questo e quello e otterrai quelle caratteristiche. Il naturalista prova a laciar riposare il vino più a lungo, oppure magari apre le porte della cantina per abbassare la temperatura, oppure chiama un altro più esperto che ha già sperimentato di non chiarificare né stabilizzare con prodotti esogeni e gli chiede consiglio, oppure magari, se ha la fortuna, chiede a un anziano o legge i diari di cantina del passato per capire cosa potrebbe succedere, o magari torna sui libri di chimica fisica per cercare una risposta... In mezzo ci sono tante possibilità. Però ti assicuro che normalmente il rappresentante del tipo I ti dice che se si può evitare un inconveniente adottando una certa pratica (anche invasiva) è da stupidi non farlo.Niccolò Desenzanihttps://www.blogger.com/profile/17295608886206487559noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-451484146887260373.post-30266899634986170752016-03-24T14:12:05.478+01:002016-03-24T14:12:05.478+01:00Non mi trovi d'accordo, soprattutto sulla part...Non mi trovi d'accordo, soprattutto sulla parte finale: i due atteggiamenti di cui parli non mi sembrano affatto antitetici né rappresentativi di due diverse idee di vino.Alessandro Marrahttp://www.stralcidivite.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-451484146887260373.post-59682650242782361352016-03-24T09:28:53.103+01:002016-03-24T09:28:53.103+01:00Grazie Mike, come qualcuno dice God is in the deta...Grazie Mike, come qualcuno dice God is in the details!Niccolò Desenzanihttps://www.blogger.com/profile/17295608886206487559noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-451484146887260373.post-45250707063435295832016-03-24T09:07:13.077+01:002016-03-24T09:07:13.077+01:00Bravo Niccolò. Io pratico una distinzione sensoria...Bravo Niccolò. Io pratico una distinzione sensoriale tra l'atteggiamento tecnologico e quello naturale. Osservo il comportamento del vignaiolo. Una volta messo il mosto-vino nei tini, il vignaiolo tecnologico non lo vede più e non lo tocca mai più (magari perchè non può, i tini sono troppo grandi). Quello naturale ogni tanto da un'occhiata alle bucce, le annusa e le assaggia, magari immerge il braccio nel cappello e ci dà una girata.Mike Tommasihttps://www.blogger.com/profile/01797234430153495341noreply@blogger.com