Mentre lo bevevo, mi sono riproposto di scriverne subito, non tanto per esaltare il mio ego di scribacchino enocaghetto (cit).
Quanto per urlare al mondo la gioia provata nell’annusare, bere questo Sangio(vese) Umbro.
Vero è che noi Sabaudi non siamo avvezzi al Sangio (molti miei coregionari lo vedono come fumo negli occhi).
Altrettanto vero è che questo vino al di là del vitigno di origine (o grazie, chi lo sa?) ha una espressività rara e mi ha veramente schiaffeggiato le papille.
E non solo a me.
Aperto a fine serata, dopo un gran Chianti Classico, un Cannonau di eleganza sopraffina poteva cadere mestamente nel dimenticatoio.
Invece l’impatto olfattivo è stato superlativo, correvano occhiate fra i commensali, stranite, stupite, interdette.
Io ho cambiato bicchiere, non credevo che il profumo intenso, inebriante che usciva dal calice fosse di acciuga.
Acciuga del cantabrico grassa, poco salata, con note dolci.
E voi non potete neanche immaginare quanto piacciano ai piemontesi le acciughe sott’olio con il bagnet vert (salsa di capperi e prezzemolo e aglio).
Ebbene dopo un po’ nel bicchiere si snasava acciughe, cappero e il vegetale del prezzemolo, peperone (la parte bianca interna ci teneva a precisare un commensale), spezie varie.
Poi emergevano dolcezze di mora, mirtillo,menta, liquerizia e una mineralità untuosa che mi ricordava le sabbie micacee.
Corpo vivificato dall’acidità e dal vegetale, intenso e lievemente untuoso (per capire, vedete sopra). Piacevolissimo e vivo.
Buono buono buono.
Vivo nel ricordo, era l’unica bottiglia in mio possesso.
Bonne degù
Luigi
PS
Avevo già parlato da poco del loro Trebbiano Spoletino se volete leggerne.Devo ringraziare ancora una volta Jacopo Cossater per la segnalazione.
PPS
Io adoro e stimo il sig. Mattioli per quello che ha scritto in etichetta: ”Vittorio Mattioli agricoltore e poi vignaiolo in Terzo la Pieve”.Agricoltore in primis e poi solo poi vignaiolo.
PPS
Dimenticanza imperdonabile: bevuto chez Tirebouchon
Vediamo, se un formaggio ha la crosta che puzza di pesce è considerato un difetto. Fatico a comprendere perché la puzza di pesce in un vino sia apprezzabile. :-)
RispondiEliminaCiao Roberto,
Eliminanon ho detto puzza di pesce, ho parlato di sentori che possono ricordare la salamoia, le acciughe in salamoia, i capperi che poi si sono attenuati un po' ma erano profumi non puzze, il confine è sottile, discutibile e l'eventuale difformita di opinioni altrettanto irrisolvibile.
Comunque molti rossi ottenuti da surmaturazioni o appassimento delle uve hanno forti sentori di salamoia e non è necessariamente un difetto.
Caro Luigi, ormai definirti naso e palato allenato è perlomeno riduttivo.
RispondiEliminaMagari, a molti, certi sentori possono non andare giù.
Si tratta solo di aspettare, attendere il risveglio che un vino tale deve avere dopo la stappatura.
Respirando, il liquido si riprende dal torpore in cui era caduto da tempo, e riacquista la bellezza originale, arricchita da note evolutive.
Amo aspettare le variazioni del vino nel bicchiere, peccato che, a volte, mi tocca restare a tavola alcune ore.
infatti, molti commensali mi sbeffeggiano per la mia proverbiale lentezza nel cibarmi.
Esatto, bisogna aspettare, però i sentori di salamoia erano fin dall'inizio ben integrati e intriganti, forse sbaglio, ma davano una profondità e un corredo di sensazioni inusuali che potenziavano un vino molto complesso malgrado la giovane età.
EliminaAspettando sono infatti retrocessi ma non svaniti a puntello del frutto e di un tocco mentolato-liqueriziato molto coinvolgente.
Un vino di grande fascino, sono curioso di riassaggiarlo fra qualche mese, in inverno, credo sia in fase evolutiva (questa è stata la mia impressione nel degustarlo)potente, irruente, tutto teso a raggiungere un suo equilibrio.
RispondiEliminaHo stima di Vittorio Mattioli e della sua famiglia, che incontrai a Perugia anni fa ad uno dei primi VinixLive!, al suo debutto in "alta società", quasi intimidito; Jacopo Cossater me lo presentò dicendomi:"Questo è un vignaiolo da tenere d'occhio, Paolo Bea lo ha voluto come vicino di banco qui a VinixLive" beh c'è da dire una cosa: i consigli di Jacopo sono preziosi e mai scontati.
Bottiglia della stessa annata bevuta una quindicina di giorni fa. Anche se abito a meno di 20 km da Collecapretta era la prima volta che assaggiavo il sangiovese (gli altri vini no....e li amo profondamente). Ora, non è che io sia un palato fine, e nemmeno un grande esperto, ma l'ho trovata una bottiglia monocromatica, tutta confettura di more/fragola, anche un po' dolciastra e stucchevole...ripeto, amo profondamente i vini di Mattioli, quindi, nessun' intento denigratorio...probabilmente, una bottiglia che non è venuta troppo bene, succede a chi lavora in maniera tradizionale. Nell' attesa di stappare la selezione 2008 passata in legno, dovrò tornare in azienda a dare una seconda possibilità a questo sangiovese....
RispondiEliminaProbabilmente una questione di bottiglie perchè la nostra era piuttosto complessa e articolata con una acidità persino un po' maleducata.
EliminaComunque bisogna riaprirne altre per verificare, incredibile la diversità dei punti di vista io ho trovato i bianchi di Mattioli (escluso il terre dei preti) un po' sottotono menre il sangio mi è piacuito tanto. Mah de gustibus...
Ma Luigi, della volatile cosa mi dici ?
RispondiEliminaDi solito, in questa tipologia, un pò di volatile è presente ed aiuta, a mio parere, la beva.
Daniele,
Eliminaa memoria la volatile non era altissima, quantomeno non era una caratteristica molto significativa e poi a fine serata dopo altri rossi molto terziari la percezione poteva essere un po' falsata.
Grazie Luigi, spero mi capiti sottomano a breve...
RispondiEliminaNon farti scappare, se lo trovi, il Terre dei Preti un sommelier lo ha preso dopo il mio post a riguardo e oggi mi ha scritto che l'ha trovato super.
EliminaBuona bevuta e non darne al nostro comune amico gallurese, non lo merita!